Pastorale Americana – Philip Roth

Caro Jonkind,

l’altro giorno, nella vetrina di una libreria diversa dalla solita, una di quelle di una volta un po’ piccole e un po’ di paese, fornite solo di qualche cosa, c’era non so che di Philip Roth.

Allora sono entrata e ho chiesto al commesso qualcosa di Roth, ma in versione tascabile. Lui, all’incirca, si è premurato di spiegarmi che Roth non è una lettura da metrò, non una lettura facile. Ho pensato che non c’era dubbio, visto chi me lo aveva consigliato. A lui ho solo detto, testuali parole molto poco tecniche che l’hanno scandalizzato definitivamente, che preferisco la copertina morbida. E’ così: pensi quel che vuole. Alla fine sono uscita con Pastorale Americana, che sto divorando.

Ora che sto spulciando i commenti IBS per capire con cosa proseguire (mi ha spiegato anche che Everyman, e “non è una questione di spessore” (e ti giuro che intendeva lo spessore in senso di centimetri!) era fuori dalla mia portata perché conteneva troppi riferimenti a personaggi di scritti precedenti)…ora che sto spulciando IBS, dicevo, mi è venuto da dirti: perché uno così fa il librario? Ehm, no, in realtà volevo dire: è stato un ottimo consiglio. Grazie. Era veramente da tempo che non imbroccavo qualcosa che promettesse di essere un vero e proprio filone, come Faulkner, Steinbeck, Coe o Marai.

da anna_suppi@hotmail.com

Verrà l’Expo, ed avrà i suoi occhi

(tratto dal Corriere del 29 ottobre 2008, Cronaca di Milano pag.5 )

Design e Innovazione. Nasce il Modello Milano” a firma di Antonia Jacchia.

 Non è più tempo di lusso e di sprechi. Nemmeno nell’ abitare. La «casa teatro», sfarzosa, scenografica, dimora tipica dei favolosi anni ‘ 80, va declinando. A favore della «casa forum», vetri e trasparenze che la rendono flessibile al suo interno e aperta verso il sociale. E, soprattutto, sostenibile. Con questa filosofia nasce Dolce Vita Homes, la nuova iniziativa del gruppo Coima di proprietà della famiglia Catella e di Domo Media. Obiettivo del progetto è la realizzazione di residenze che coniughino innovazione dello stile con la creatività del Made in Italy. Per questo sono stati stretti accordi con oltre 30 aziende del design italiano. Il primo banco di prova sarà il progetto Salaino 10, un immobile di 5 mila metri quadrati a due passi dal Parco Solari. Acquistato da Dolce Vita Capital (gruppo Coima) in joint venture con Carval Investor (gestore americano), l’ immobile sarà il tipico esempio di edificio «passivo» che utilizza poca energia per essere sostenibile e non fa fumi. «I lavori – spiega Manfredi Catella – partiranno a inizio 2009 e si chiuderanno nel 2010». La sua trasformazione da palazzo uffici ad abitazioni è affidata ad Antonio Citterio che, oltre ad aver messo la sua firma di recente nel Bulgari hotel, è partner di Dolce Vita Homes (Dvh). «Salaino 10? Un progetto olististico – lo definisce l’ architetto milanese – dove finalmente architettura e interni tornano a essere un progetto unico». Ventidue appartamenti che secondo le prime stime saranno messi in vendita sui 7 mila euro al metro quadrato. Il progetto portato avanti da Manfredi Catella punta a una «piattaforma integrata» che mette insieme investimenti e interior design, architettura e gestione organizzativa, marketing e vendita. E, ciliegina sulla torta, un catalogo con i migliori prodotti del design italiano, insieme per la prima volta (da Cassina a B&B, da Driade ad Artemide e poi Kartell, Cappellini, Technogym). Non solo «residenze di prestigio». Sul tavolo c’ è anche un piano per l’ edilizia sociale «Dolce vita homes gives back» che ha come obiettivo programmi di riprogettazione urbana per la realizzazione di «quartieri integrati». Per mettere in pratica la sostenibilità ambientale Dvh si è ispirata all’ opera di William McDonough, il fondatore della certificazione Cradle to Cradle, definito dal Time «L’ eroe del pianeta» e che Catella ha voluto tra i partner della «piattaforma». L’ architetto americano era ieri a Milano per lanciare il sasso della sostenibilità anche ai marchi del design italiano. Con la stessa filosofia Dvh estenderà i suoi servizi anche a Porta Nuova, il grande progetto di trasformazione urbana nell’ area Isola-Garibaldi-Varesine-Repubblica portato avanti da Hines, Ligresti, Galotti, Mps e Coima, e che dovrebbe vedere la luce, secondo Catella, nel 2012-2013. «I clienti degli oltre 400 appartamenti previsti potranno scegliere all’ interno dei nostri cataloghi, perché lusso oggi è qualità e stile di vita»

Commento di Jonkind: Non più lusso, sempre più lusso. Gattopardescamente parlando. Con una sostenibilità garantita ed aperta al sociale, ma per almeno 7mila euro al metro quadro…

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La Gelmini? Lasciatela fare. Firmato Gramsci.

Siamo allo zenith dello scontro di inciviltà che contorna il dibattito sul decreto Gelmini (o del maestro unico). I tagli del personale che derivano dall’applicazione del decreto nonché i notevoli risparmi prospettati dal governo per l’intero sistema educativo (7,8 miliardi in 3 anni) hanno scatenato le proteste degli operatori scolastici, di molte famiglie e degli studenti che hanno invaso le piazze, occupato le aule, bloccato le lezioni.

Oggi la protesta ha celebrato se stessa con un corteo nella capitale che ha avuto il merito, per la prima volta da anni, di riunire tutte le sigle sindacali della scuola in un’unica voce ma che ha anche sottolineato la spaccatura manichea che caratterizza il dibattito fra Destra e Sinistra.

Ma chi ha ragione? Chi ha torto?

Noi, per dirla come Bertolt Brecht: “ci sediamo dalla parte del torto perché tutte le altre sedie sembrano occupate”. Leggi il seguito di questo post »

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Erano davvero due milioni e mezzo…un anno fa…

Non è che Walter Veltroni abbia avuto le allucinazioni, al Circo Massimo, nel contare i partecipanti venuti a sostenerlo nella protesta anti governativa del Partito Democratico. Non si è trattato nemmeno di una gaffe, di una boutade di tipo Berlusconiano. Ma di un intimo sospiro di sollievo, di un risveglio liberatorio da un incubo durato 6 mesi: due milioni e mezzo, infatti, sono esattamente gli elettori che votarono Veltroni alle primarie dell’autunno 2007 e che lo incoronarono alla guida del partito.

Dopo quel plebiscito per Walter la strada è stata sempre in salita: ha dovuto gestire (e spesso sfasciare) le relazioni all’interno della sinistra (con il ripudio della sinistra radicale), ha visto franare o raffreddarsi le alleanze post elettorali (con Di Pietro, con i radicali), ha dovuto gestire l’ennesimo ritorno della fronda dalemiana nonché le ire rutelliane dopo la batosta alle comunali di Roma. Leggi il seguito di questo post »

Presunzione d’innocenza

In Italia vale il principio di diritto per cui l’imputato è da ritenersi innocente fino a prova contraria. Poi, in genere, si viene rilasciati.

Portfolio Emilio (financial hero): week 3 (-4,15%)

Azioni acquistate: ENI, ENEL, MEDIASET (giudizio buy, secondo il Premier)

Valore di carico al 08.10.08: 120.000 EUR.

Valore di chiusura al 18.10.08: 115.020 EUR

Rendimento: – 4.980 EUR (- 4,15% )

Obiettivo al 10.10.10: 240.000 EUR (18/24 mesi il tempo necessario per raddoppiare il capitale, secondo la previsione di Berlusconi

Rendimento alternativo azioni non consigliate dal Premier (TELECOM ITALIA, GENERALI, LUXOTTICA, FIAT): – 8.240 ( – 6,87 %)

Commento sulla settimana: dopo un andamento altalenante fino alla giornata di giovedì (con qualche illusione di ritrovata stabilità), le Borse mondiali hanno ceduto all’ennesimo venerdi nero durante la giornata del 24 ottobre. Settimana negativa soprattutto per FIAT (-8,35%) con l’industria automobilistica europea che precede tutti nella recessione con impianti temporaneamente chiusi in Francia e Germania (Renault e Peugeot su tutte) per il crollo delle vendite. Continuano a soffrire le petrolifere (tra cui ENI -5,76%) nonostante il taglio alla produzione annunciato dell’OPEC per sostenere il prezzo del barile.  ENI ed ENEL accentuano la debolezza anche per il rischio di dover pagare miliardi di euro per le quote di emissione Kyoto, che il governo italiano sta cercando di rinegoziare con la UE. Continuano le vendite su MEDIASET (-5,46%) alimentando le voci di di possibili scalate ostili dall’estero. La famiglia Berlusconi continua a comprare attraverso la Fininvest per consolidare la propria leadership all’interno dell’azienda.

Emilio Mood §:-(

Islanda: iamme, iamme, iamme iamme ia’…

Nel pieno della crisi finanziaria mondiale, il Fondo Monetario Internazionale (una specie di enorme cassaforte mondiale del valore di 350 miliardi di dollari, di cui l’Italia possiede una quota di circa il 2%) decide di intervenire per salvare il sistema finanziario dell’Islanda, letteralmente al collasso, attraverso un prestito di più di 2 miliardi di dollari: un finanziamento di 7mila dollari per abitante (!) o, se preferite, 20mila dollari a chilometro quadrato (!!), una vera pioggia di denaro dal cielo.

Ma perché l’Islanda è finita in bancarotta? 

Nell’epoca della deregulation e della globalizzazione finanziaria le banche islandesi si sono indebitate facendosi prestare valuta straniera (per lo piu yen giapponese che da anni viene prestato a tassi molto convenienti, vicini allo 0%) per investire in attività rischiose ad alto rendimento (tra cui i famigerati titoli subprime) lucrando quindi sulla differenza tra (alto) rendimento degli investimenti e costo (basso) del debito.  Leggi il seguito di questo post »

Ma perché non ce la beviamo?

Nonostante l’entusiasmo neofita del Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, non è stata ne di Conti (Enel) ne di Scaroni (Eni) l’idea di liquefare l’anidride carbonica (CO2) per evitare di emetterla nell’atmosfera e rispettare quindi i rigidi paramentri del protocollo di Kyoto sulle emissioni nocive.

Ingredienti Coca-Cola Light (in ordine di quantità): acqua, anidride carbonica, colorante al caramello, aspartame, acefulsame k, acido fosforico, benzoato di potassio, aromi naturali, acido citrico, caffeina.

Con il gas di scarico di un auto di tipo SUV si potrebbero produrre almeno 10mila lattine di Coca-Cola Light all’anno, una centrale a carbone vale 20 miliardi di lattine.  Ovviamente non si potrebbero bere tutte ma parte di esse potrebbero essere seppellite in luoghi di stoccaggio al fresco ed al sicuro. La necessità di produrre pizze aggiuntive per esaurire le scorte di bibita gassata darebbe poi un grande impulso all’economia di certe regioni italiane quali la Campania.

Trascurabili le emissioni dopo il consumo, attraverso i cosiddetti “rutti” (meno del 2% di totale)

Esiste tuttavia un (seppur limitato) rischio di attentati terroristici e sabotaggi presso i siti di stoccaggio con possibili eruzioni e fuoriuscite dell’anidride carbonica nel terreno o nell’atmosfera. Motivo per cui va severamente controllata la diffusione di caramelle che contengano gomma arabica in superficie.

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Leasing, niente Iva per i fondi chiusi

“Senza Iva il conferimento in un fondo immobiliare chiuso di una serie di contratti di leasing, che hanno oggetto immobili concessi in locazione ordinaria e che la società conferente cede in cambio della sottoscrizione di quote del Fondo.”

(dal Sole 24 Ore del 21 ottobre 2008, pag. 31)

Il passeggero e Trenitalia

(Stazione Termini, alla biglietteria)

“ho la prenotazione per l’Eurostar delle 18, vorrei anticiparla prendendo il primo treno disponibile” (sono le 15 30 n.d.r.)

“si però perde 8 euro”

“in che senso le perdo?”

“costa 8 euro in meno”

“Quale treno scusi, quale orario?”

(non risponde)

le perdo nel senso che le devo aggiungere? Mi faccia capire”

“lei ha già pagato il biglietto e la prenotazione via internet. Se cambia treno perde 8 euro”

(perdere 8 euro perchè si chiede l’anticipo della stessa tratta, stessa percorrenza, stessa classe mi è ancora oggi un calcolo estraneo)

“però se vuole posso metterla nel salottino”

“come scusi?”

“il salottino della prima classe, è ottimo per lavorare, poi vedo che lei ha il notebook, così non perde gli otto euro”

(mi appare l’immagine idilliaca di un Roma Milano tutto connesso alla rete wi fi Internet, poltrone reclinabili e poggia piedi, hostess che servono ottimo champagne: insomma un lounge tipo aeroporto)

“certo, grazie. Allora così non perdo gli 8 euro e mi fa l’upgrade al salottino dalla carrozza normale di prima classe”

“sono 4 euro in più”

(…)

deve aggiungere 4 euro, può pagare?”

(più che una segmentazione di mercato un vero e proprio gioco delle tre carte. Ma si. Ma vaffa. Provo il salottino: wi fi, manager d’alto bordo che si scambiano opinioni su wall street, hostess taccatissime con flute e cigliegina)

“va bene. Provo il salottino, ecco qua i 4 euro”

“ecco a lei. buon viaggio. E’ il treno delle 16 30”

Nota: il salottino dell’Eurostar altro non è che il caro vecchio scompartimento con 4 posti anzi che i 6 regolamentari dell’Intercity. Di connessione wi fi come sul TGV francese manco a parlarne. In compenso il bracciolo con la presa di corrente scorre in avanti con un piano di alluminio oblungo, a doppia lama, da cui sbuca anche il foro per la bibita, ma il tavolino da lavoro, a differenza della carrozza normale, può contenere al massimo un Iphone. Non certo un notebook. Il mio compagno di viaggio entra salmodiando cristi e madonne. Non è di sicuro un manager e non sa nemmeno dove sia Wall Street. Una hostess in verde FS chiede se vogliamo le caramelline. Al primo no se ne va. Al secondo giro, senza neanche chiedere, lancia le caramelline nello scompartimento e poi sparisce. Prima della partenza un venditore di calzini napoletano cerca di convincermi che a casa ha 5 figli da sfamare. Faccio tutto il viaggio con il notebook sulle ginocchia, che già alla seconda mezz’ora fa l’effetto di una borsa dell’acqua calda.